Definito da Vittorini nei sui
proverbiali risvolti di copertina
scrittore non di vocazione, Mario Rigoni
Stern saprà invece smentire questa
impressione, riuscendo nel tempo ad
esprimere con la sua scrittura un mondo
poetico che era andato maturando dentro
di lui prima ancora della drammatica
esperienza di guerra raccontata in quel
primo libro, quando leggeva gli amati
classici russi trovati nello scaffale
del padre, dal Tolstoj dei Racconti di
Sebastopoli, I due ussari, I cosacchi,
alle opere di Gorki, Cechov e Puškin.
Dovranno trascorrere però quasi dieci
anni prima di ritrovare quel genuino
talento di narratore: è il 1962 quando
viene dato alle stampe Il bosco degli
urogalli, testimonianza dell'altro
elemento fondante dell'opera di Mario
Rigoni Stern. Sono racconti che parlano
di boschi, cacciatori, animali e
montagne quelli raccolti in un libro che
può considerarsi un nuovo esordio per la
diversità del tema affrontato, quello
dell'amore di un uomo per la propria
terra. L'appunto di Vittorini che era
parsa allora quasi una "condanna"
letteraria, quella cioè di avere a che
fare con uno scrittore che non avrebbe
mai saputo scrivere di qualcosa che non
fosse frutto di esperienza personale,
diventa una profezia critica. Noi che
abbiamo il privilegio di poter conoscere
l'intera opera dello scrittore asiaghese
non possiamo non constatare quanto di
personale ed insieme universale vi sia
nelle sue opere.
Storia di Tönle (1978) è
l'espressione di una raggiunta
maturità artistica nella quale
la capacità evocativa della
scrittura limpida e concreta di
Rigoni Stern dona forma ad un
racconto di grande efficacia
narrativa. La vicenda di Tönle
Bintarn, contadino, pastore e
contrabbandiere, è il racconto
della vita di un uomo vissuto
tra la fine dell'Ottocento e la
Grande Guerra che ha sconvolto
l'Altipiano, un destino che si
incrocia dunque con i grandi
eventi della storia. |
|
E'
il ritratto di un italiano legato alla
terra, alla sua piccola patria,
all'alternarsi delle stagioni della
natura e della vita, costretto ad
affrontare la travolgente violenza degli
eventi. Il testo trae linfa dai ricordi
personali dello scrittore, dai racconti
d'infanzia ascoltati dal padre e dai
nonni piccoli commercianti con la
pianura, dai pastori incontrati nel
lavoro alle malghe, un sottofondo di
storie orali che emergono dalle pagine
del libro nella loro semplice, scarna e
sofferta verità.
Questa chiara e semplice rievocazione
storico-personale continuerà con
L'anno della vittoria (1985) e con
Le Stagioni di Giacomo (1995),
racconto del ritorno alla vita di una
comunità di montagna sconvolta e
distrutta da una guerra i cui segni
ancora oggi si scorgono tra boschi
dell'Altipiano. Le parole di Rigoni
Stern chiariscono le ragioni di quello
che si può considerare un vero e proprio
ciclo narrativo: "Come ho scritto
Il sergente nella neve quale
testimonianza per quelli che non sono
ritornati a baita; come ho scritto la
Storia di Tönle per recuperare
quelle memorie che altrimenti si
perdevano e per dimostrare il coraggio e
lo spirito dei nostri nonni; e
L'anno della vittoria per non
dimenticare le sofferenze dei profughi e
l'amore per il proprio paese; ho scritto
Le Stagioni di Giacomo per uomini
generosi che dopo tanta guerra e dopo
aver lottato per liberare l'Italia da
fascisti e tedeschi, negli anni
cinquanta sono dovuti emigrare per
trovare lavoro in terre lontane".
|
Oltre ai libri fin qui ricordati
vi sono moltissime altre storie,
un mosaico di racconti
pubblicato in raccolte nate
sempre dal dominio della memoria
e della natura: Amore di
confine (1986), Arboreto
salvatico (1991, dedicato
alla consonanza di vicende e
destini tra alberi e uomini),
Aspettando l'alba (1994), e
i più recenti Sentieri sotto
la neve (1998), Inverni
lontani (1999), Tra le
due guerre e altre storie
(2000), quest'ultimo quasi un
compendio dei temi affrontati da
Rigoni Stern. |
Risulta difficile dare un giudizio
d'insieme su tali e tanti scritti,
alcuni dei quali vedono lo scrittore
ritornare forse con troppa insistenza su
argomenti particolari già approfonditi e
resi già pienamente nel corso della sua
lunga vicenda letteraria. Tra questi
racconti risulta comunque
indimenticabile Che magro che sei,
fratello!, (contenuto in
Sentieri sotto la neve) per la
naturale limpidezza della scrittura e
per la drammatica capacità di Rigoni
Stern di affrontare il tema del ritorno,
andando a scrivere una trentina di
pagine che fanno di questo racconto uno
dei capitoli più significativi
dell'opera dello scrittore di Asiago (e
nella stessa raccolta troviamo
L'altra mattina sugli sci con Primo Levi,
un ricordo commosso dell'amicizia con lo
scrittore torinese).
La collaborazione con il quotidiano
La Stampa ha consentito inoltre a
Rigoni Stern di scrivere brevi racconti
di viaggio, esperienze che hanno poi
trovato pubblicazione in volume prima
nel 1989 con Il magico Kolobok (e
poi in Tra le due guerre e altre
storie). Nello scorrere alcuni dei
titoli più significativi si può avere
un'idea del taglio quasi letterario dato
a questa sorta di minireportage: I
giovani sapienti di Coimbra
(Portogallo), La foresta degli ultimi
bisonti (Polonia), Sui sette
laghi di re urogallo (Slovenia) e
Fate e veleni della selva boema.
|
La vita
Mario Rigoni Stern è nato ad
Asiago (Vicenza) il 1
novembre 1921 da Giovanni
Battista e Annetta Vescovi. La
famiglia numerosa commercia con
la pianura in prodotti delle
malghe alpine, pezze di lino,
lana e manufatti in legno della
comunità dell'Altipiano, quella
comunità della montagna veneta
raccontata nelle opere di Rigoni
Stern. |
|
L'infanzia trascorsa nella conca
asiaghese è fatta del contatto con i
lavoratori delle malghe, i pastori, la
gente di montagna che è appena uscita
dalle rovine del primo conflitto
mondiale, una guerra che ha prodotto un
esodo drammatico della popolazione e un
difficile ritorno ai paesi e alle
contrade interamente rase al suolo:
"La nostra piccola patria dei Sette
Comuni sconvolta e distrutta fin nel
profondo da quarantun mesi di guerra e
la nostra gente dal maggio 1916 profuga
per l'Italia dopo aver tutto perduto".
Frequenta la scuola di avviamento al
lavoro e fa il garzone nel negozio dei
genitori: "Per i lavori aiutavo in
casa o nel negozio di Alimentari e vini
che avevamo sulla piazza centrale del
paese. Ma c'era anche da preparare la
legna per l'inverno, raccogliere il
fieno sui prati per poi avere buon
latte".
Nel 1938 si arruola volontario
alla scuola militare d'alpinismo di
Aosta quando la guerra sembra lontana,
ma nel settembre del 1939, mentre
è in licenza, deve rientrare
improvvisamente al reparto, e nel treno
che lo porta sul fronte occidentale
osserva i volti, alcuni non più giovani,
degli uomini costretti a lasciare
improvvisamente mogli e i figli: in quel
momento, racconta Rigoni Stern, capisce
che ciò che sta accadendo cambierà per
sempre anche la sua vita. Dopo il fronte
occidentale tocca a quello albanese
(esperienza raccontata in Quota
Albania), e poi a quello russo.
Il 9 maggio 1945, dopo due anni e
oltre di lager, arriva il giorno del
ritorno sull'Altipiano, ma l'esperienza
della prigionia ha segnato profondamente
il ventitrenne Rigoni Stern; gli risulta
difficile reinserirsi nella vita civile,
difficile reagire all'apatia che lo
attanaglia. Di questa profonda
prostrazione ne abbiamo testimonianza
nel doloroso e insieme delicato breve
racconto La scure (in
Ritorno sul Don, 1973), pagine
dedicate a Primo Levi: "Il Lager
avrebbe dovuto restare dietro le spalle,
lontano; in una landa della Polonia. Ma
non era perché le baracche allineate nei
blocchi, i reticolati con sopra, alte
come su trampoli, le torrette delle
mitragliatrici mi seguivano. Camminavo
da centinaia di chilometri e attorno
restavano sempre queste cose: mi
attorniavano come un abito. Reali, non
di impressioni o di aria, e non riuscivo
a liberarmene".
|
Trova un impiego al catasto di
Asiago e passano anni prima che
riprenda tra le mani quei fogli
scritti legati con dello spago
abbandonati in un angolo della
casa, per farne un libro, Il
sergente nella neve pubblicato
su indicazione di Elio Vittorini
conosciuto da Rigoni Stern nel
1951. |
Sul finire degli anni sessanta scrive il
soggetto e collabora alla sceneggiatura
de I recuperanti, film girato da
Ermanno Olmi sulle vicende delle genti
di Asiago all'indomani della Grande
guerra. Nel 1970 lasciato il
lavoro comincia a pubblicare opere
narrative con regolarità e ad iniziare
una collaborazione con La Stampa
che dura tuttora sulle pagine culturali
e sull'inserto settimanale del
quotidiano torinese, oltre a dedicarsi a
letture e studi storici che recentemente
gli hanno consentito di curare un
importante volume, 1915/18 La
guerra sugli Altipiani.
Testimonianze di soldati al fronte
(Neri Pozza, 2000), un'antologia
commentata di testi sul primo conflitto
mondiale.
di Davide Squarcina
www.initiales.org/ Un'importante
catena francese di librerie dedica un
dossier allo scrittore asiaghese.
|
Bibliografia |
|
1953
|
Il sergente nella neve.
Ricordi della ritirata di Russia,
Einaudi, 2001, nuova edizione in
occasione dell'ottantesimo
compleanno dell'autore,
Supercoralli collana di classici
moderni, pp.160 |
|
1962
|
Il bosco degli urogalli,
Einaudi Tascabili, 2000, pp.176 |
|
1971
|
Quota Albania, Einaudi,
Nuovi Coralli, 1981, pp.154 |
|
1973
|
Ritorno sul Don, in Il
Sergente nella neve-Ritorno sul
Don, Einaudi Tascabili,
1990, pp.325 |
|
1978
|
Storia di Tönle, in
Storia di Tönle-L'anno della
vittoria, Einaudi Tascabili,
1993, pp.276 |
|
1980
|
Uomini, boschi e api,
Einaudi Tascabili, 1998, pp.194 |
|
1985
|
L'anno della vittoria, in
Storia di Tönle - L'anno
della vittoria, Einaudi
Tascabili, 1993, pp.276 |
|
|
Amore di confine, Einaudi
Tascabili, 1995, pp.212 |
|
1989
|
Il magico "Kolobok" e altri
scritti, 1999, terza ed., La
Stampa, Documenti e
Testimonianze, pp.XII-196, III
ed., illustrazioni in b/n |
|
1991
|
Arboreto salvatico,
Einaudi Tascabili, 1996,
pp.X-106 |
|
|
Il libro degli animali,
Einaudi Tascabili, 2001, pp.129 |
|
|
Il libro degli animali,
Einaudi Ragazzi, 1992, coll.
Storie e rime, illustrato, pp.192 |
|
1994
|
Aspettando l'alba, Il
Nuovo Melangolo, 1994, pp.144 |
|
1995
|
Le stagioni di Giacomo,
Einaudi Tascabili, 1998, pp.168 |
|
1998
|
Sentieri sotto la neve,
Einaudi Tascabili, 1999, pp.124 |
|
1999
|
Inverni lontani, Einaudi,
2000, pp.44 |
|
2000
|
Mario Rigoni Stern, Marco
Paolini e Carlo Mazzacurati
incontrano lo scrittore,
Biblioteca dell'Immagine,
Pordenone, 2000, Libro e
videocassetta della collana
Ritratti |
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|
Tra le due guerre e altre
storie, Einaudi, 2000, pp.248 |
|
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1915/18 La guerra sugli
Altipiani. Testimonianze di
soldati al fronte, a cura di
Mario Rigoni Stern, Neri Pozza,
2000, pp.732 |
|
2003 |
Storie dall'altipiano,
a cura di Eraldo Affinati,
Meridiani Mondadori, raccolta
delle opere di Mario Rigoni
Stern, pp.1912, 2003 |
|
2004 |
L'altipiano delle meraviglie.
Testi di Mario Rigoni Stern,
fotografie a colori di Roberto
Costa. Magnus Edizioni, 2004,
pp. 160, volume grande formato. |
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